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Martedì, 21 Marzo 2017 16:12

Progetto Policoro

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Il tema del lavoro, si sa, è stato sempre caro alla Chiesa. Non a caso San Benedetto, padre del monachesimo occidentale ha fatto del lavoro una delle colonne portanti della sua regola, ...

ovviamente insieme alla preghiera. Dopo di lui moltissime figure di Santi hanno messo il lavoro al centro del loro operato sia con l’impegno personale che con l’insegnamento. La Beata Caterina Troiani non fu da meno e vide nel libero lavoro un’opportunità di riscatto sociale. La Chiesa di oggi sull’esempio di così nobili predecessori e illuminata dallo Spirito Santo ha elaborato la sua visione sui temi del lavoro nella Dottrina Sociale, sviluppata a partire dall’Enciclica Rerum Novarum di Leone XIII (1891) e arricchita dalle opere dei suoi successori. Il messaggio forte che trasmette è l’invito a tutti a prodigarsi affinché si affermi sempre più una civiltà autentica protesa verso la ricerca di uno sviluppo umano integrale e solidale.

Per rispondere a queste esigenze è nato nella Chiesa Italiana il Progetto Policoro. Promotore è stato Don Mario Operti (all’epoca direttore della pastorale sociale e del lavoro della CEI) che nel 1995, riunendo l’Ufficio Nazionale per i problemi sociali e il lavoro, l’Ufficio nazionale per la pastorale giovanile e la Caritas, cercò di dare soluzioni alla disoccupazione giovanile. Senza lavoro infatti non c’è dignità, ce lo ricorda anche papa Francesco: “la vocazione al lavoro è uno dei tratti della dignità umana, il senso alto di un impegno che va oltre il suo risultato economico, per diventare edificazione del mondo, della società, della vita”.

Dopo più di 20 anni il progetto Policoro è diventato maturo ed è presente in moltissime diocesi italiane. Il suo motto è “Giovani, Vangelo e lavoro” e propone attraverso la creazione di reti territoriali di ri-dare speranza ai giovani che sempre più spesso si scoraggiano nella ricerca di una occupazione. È infatti la Speranza la virtù che sostiene il progetto con l’obiettivo di risvegliare nei giovani la voglia di rimettersi in gioco e aiutarli a cercare la loro vocazione.

Ogni diocesi impegnata nel progetto sceglie giovani animatori di comunità che, una volta formati, si attivino per la creazione di reti territoriali e promuovano una cultura nuova basata sulla fiducia, la reciprocità, la legalità e la responsabilità. L’intuizione fondamentale del Progetto è la collaborazione tra soggetti diversi per un unico impegno: l’evangelizzazione del lavoro. L’animatore non agisce infatti da solo ma è affiancato dalle tre pastorali su menzionate e da una rete di organizzazioni laicali. Esse sono chiamate filiere. Una prima filiera è costituita dalle associazioni di evangelizzazione e promozione umana e una seconda filiera è specializzata nei vari settori economici e sociali (cooperazione, impresa, microcredito). Attualmente il Progetto può contare sulla fattiva collaborazione di associazioni laicali che ispirano il proprio agire sul prezioso patrimonio della Dottrina sociale della Chiesa: Gioventù Operaia Cristiana (GiOC), Movimento lavoratori di Azione Cattolica (Mlac), Giovani delle Acli (GA), Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani (Acli), Confcooperative - Inecoop, Coldiretti, Cisl, Banche di Credito Cooperativo, Unione Cristiana Imprenditori e Dirigenti (Ucid). 

Il Progetto, attraverso la collaborazione di più soggetti si propone di innestare nella vita del giovane un processo virtuoso, che parte dall’annuncio del Vangelo, passa attraverso un impegno di formazione culturale e culmina nella capacità di mettersi in gioco in prima persona nella creazione di un’idea imprenditoriale che rispetti le indicazioni della Dottrina Sociale della Chiesa e crei ricchezza per il proprio territorio. Quest’ultima eventualità costituisce il gesto concreto. 

Ad oggi il Progetto Policoro vede impegnati nelle diocesi quasi 200 animatori di comunità. Nel corso degli anni ha promosso la nascita di oltre 400 gesti concreti (consorzi, cooperative, imprese) che danno lavoro a circa 3000 giovani e che hanno il senso di tracciare una strada possibile in contesti disagiati, di ridare fiducia alle persone, di proporre un modo diverso di vivere l’impegno civile. 

Io ho avuto l’onore di essere scelto nella mia diocesi di Frosinone – Veroli – Ferentino come Animatore di comunità e questo rappresenta per me al tempo stesso un motivo di orgoglio e una responsabilità verso la comunità nella quale vivo. Avere il compito di creare reti sul territorio in grado di aiutare umanamente e professionalmente giovani che decidono di mettersi in gioco in prima persona per migliorare la condizione occupazionale della nostra terra, sarà sicuramente un’esperienza di crescita per me e farò del tutto per farla diventare elemento di speranza per i giovani che incontrerò in questo percorso.

Cesare Anticoli

 

Letto 1849 volte Ultima modifica il Martedì, 21 Marzo 2017 20:58

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